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Il cilentano – dialetto

Il Cilento è una regione ricca di storia e cultura, che custodisce ancora oggi i segreti della sua antica tradizione. In questo post esploreremo le origini del dialetto cilentano, considerato tra le lingue più genuine ed affascinanti d’Italia. Scopriremo qualcosa di particolare in merito alle sue influenze e peculiarità linguistiche, raccontandone la complessa evoluzione nel tempo. Andiamo allora a scoprire insieme come si parlava al tempo dei Greci e Romani fino ad arrivare ad oggi! Un viaggio attraverso l’evoluzione storica per comprendere meglio il fascino indiscusso del dialetto cilentano: lascia che ti accompagni alla scoperta di un mondo nuovo!

Caratteristiche dei dialetti cilentani

I dialetti cilentani sono una varietà linguistica unicamente italiana che risale al periodo più antico dell’epoca romana. Nel Cilento, l’uso di questi dialetti è ancora ampiamente diffuso, con un lessico ricco e molte varianti locali. Alcune delle caratteristiche principali dei dialetti cilentani includono vocaboli tradizionalmente usati solo in quest’area, storie popolari e canzoni cantate in tonalità particolari. I suoi tratti distintivi includono la conservazione di moltissimi archaiismi provenienti dal latino volgare oltre all’utilizzo di parole ed espressionidi origine greca e longobarda. La fonetica ha subito drastiche modifiche: ad esempio le vocalie finalisonosostituite con consonanti mute oppure letteralmente eliminate. La maggiore influenza linguistica viene dai dialetti campani e lucani.

Le influenze del Cilentano vero e proprio sono limitate alle zone “confinanti” settentrionali (come Agropoli, Capaccio, Pontecagnano, Bellizzi, Battipaglia, Eboli) dove principalmente varia l’inflessione mentre la terminologia resta pressoché identica al resto del cilentano.

Storia linguistica del Cilento

La storia linguistica del Cilento risale al periodo preromano. Si pensa che la lingua parlata nella regione sia una forma antica e complessa di greco, noto come Macedone. La presenza dei Greci, attestata dai reperti archeologici rinvenuti nel territorio cilentano, come ad esempio il sito di Velia (antico Elea). Nel Medioevo i romani introdussero il latino volgare e da quest’ultimo derivarono le diverse varietà regionali parlate oggigiorno in tutto il sud Italia. Tra gli anni Settanta e Ottanta del Novecento si sono tenuti moltissimi studi sul dialetto cilentano con l’obiettivo di raccogliere informazioni sull’origine della lingua endemica della penisola italiana.

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