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A Roscigno Vecchia, in occasione del 40° anno della Pro Loco – video con interviste di Cosmo Guazzo

di Renato Leproux – Nulla era previsto, in questa breve “scampagnata” nell’antico borgo di Roscigno Vecchia, e tutto e’ stato registrato in tempo reale. Grazie al giornalista e scrittore Cosmo Guazzo, conosciamo Franco Palmieri (lo storico Presidente della Pro Loco che, quest’anno, compie 40 anni di attività) ed i suoi collaboratori. Disponibili e preparati, tutti si sono adoperati, anche in questa occasione, per farci tuffare nel passato, raccontandoci curiosità e momenti di vita quotidiana di un secolo fa.
Grazie a questo team per la meravigliosa accoglienza: le energie che ponete in essere per conservare e trasmettere la cultura del territorio si legge dai vostri occhi innamorati.
Ad maiora!


IL TESTO DELLA VOCE NARRANTE (SINTETIZZATA):
Inerpicata sulle colline che digradano verso il mare, avvolta in un abbraccio soffocante di vegetazione che sembra volerla nascondere alla vista, si trova Roscigno vecchia,
antico borgo ormai completamente disabitato che trasuda il fascino malinconico dei luoghi abbandonati. Un tempo fiorente centro agricolo e commerciale, pulsante di vita e clamore, oggi è solo un agglomerato muto di case dirute, muretti sbrecciati e vicoli invasi dall’erba, che paiono fermarsi nel tempo in attesa di nuova vita. Cosa ha causato il tracollo e l’improvviso abbandono di questo borgo un tempo rigoglioso? Perché i suoi abitanti, nel volgere di pochi anni, hanno deciso di lasciare le loro case e le loro radici per non farvi mai più ritorno? Un alone di mistero aleggia su Roscigno vecchia, contribuendo ad accrescerne il fascino agli occhi di turisti e visitatori.
Passeggiando oggi tra le sue stradine deserte, invase da erba e arbusti che spuntano ovunque, è facile evocare con la mente le scene di vita quotidiana che un tempo vi si svolgevano: il vociare gioioso dei bambini che giocavano tra i vicoli, il cicaleccio delle massaie che lavavano i panni al lavatoio pubblico, il tintinnio dei campanacci degli animali che venivano condotti al pascolo o di ritorno dai campi. Ora regna solo un silenzio irreale, come se il tempo si fosse fermato di colpo, cristallizzando per sempre attimi di vita contadina che non esistono più. Eppure, aggirandosi tra quelle mura scrostate dalle intemperie e dall’incuria, si ha quasi la sensazione che qualche presenza invisibile ancora aleggi tra quelle strade, che qualche spirito degli antichi abitanti non se ne sia mai andato davvero, rifiutandosi di abbandonare i luoghi che furono scenario della propria esistenza.

Forse è solo una suggestione data dal fruscio del vento tra gli arbusti o il gracchiare di qualche corvo in lontananza, ma l’atmosfera sospesa di Roscigno vecchia sembra invitare ad ascoltare voci ed echi di un passato che ancora ricerca memoria. Inserito nel 1998 nella lista dei siti Patrimoni Unesco, ad oggi Roscigno è un vero e proprio Paese Museo: definita la “Pompei del XX secolo”attirando turisti da ogni parte del mondo desiderosi di perdersi tra i suoi vicoli silenziosi, cercando di immaginarne la vita passata. Roscigno vecchia è un luogo denso di magia e mistero, che sembra voler ricordare a chi la visita quanto effimero e caduco possa essere lo splendore delle umane costruzioni.
Eppure queste rovine mute paiono anche suggerire, nel loro silenzioso decadimento, che nulla davvero muore, ma tutto si trasforma e rinasce a nuova vita. Forse un giorno anche Roscigno vecchia tornerà a ripopolarsi di risate e voci, riprendendo il cammino bruscamente interrotto un secolo fa. Per ora, essa resta una perla nascosta del Cilento, in attesa paziente che qualcuno ne riscopra la bellezza e le ridoni lo splendore perduto.

renato leproux

Ha svolto un lavoro trentennale presso il Ministero della Difesa. Fin da bambino ha vissuto nel Cilento, da grande si e' imposto di divulgare la bellezza mozzafiato di questi luoghi intrisi di leggenda ed incorniciati dalla natura ancora selvaggia ed incontaminata.

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