Flora del Cilento: il Pinus Pinea - www.cilentano.it
cilentofloranatura

Flora del Cilento: il Pinus Pinea

L’albero Pinus Pinea L., conosciuto anche come pino domestico o cembro, si distingue per il suo aspetto maestoso e può raggiungere i 30 metri di altezza. Nel suo habitat naturale vive dai 200 ai 250 anni, mentre nelle aree urbane la sua aspettativa di vita è dimezzata. Questa specie vegetale appartiene alla famiglia delle Pinaceae, molto diffusa nel Mediterraneo settentrionale dove, attraversando le coste italiane e quelle balcaniche, si estende dalla penisola iberica all’Anatolia. In Italia, attualmente, è maggiormente reperibile nelle regioni del centro-sud, nonché in Liguria, Romagna e in alcune zone del Veneto.

Descrizione

Il pino domestico si distingue per il suo tronco dritto, dalla corteccia giallo-marrone che, con l’invecchiamento, si frattura in grandi placche fino a diventare rossastra. In genere, la porzione superiore del fusto si dirama formando delle curve verso l’alto e si produce in ramoscelli dal colore verde o giallo-verde. La sua struttura varia a seconda dell’età: infatti, mentre le piante giovani, fino a 25-30 anni, sfoggiano una chioma ampia e tondeggiante, gli esemplari adulti assumono la particolare forma a ombrello. Le piante molto vecchie, tra l’altro, si lasciano ammirare per le caratteristiche inconfondibili del tronco, il quale, a una certa altezza, si divide in due rami formando due ombrelli separati.

Queste peculiarità rendono il Pinus Pinea una pianta affascinante da ammirare e studiare, a partire dalle giovani chiome tondeggianti che gli conferiscono una grazia e un fascino tipici dell’età più tenera. Poi, con l’avanzare degli anni, sviluppa la sua incantevole forma a ombrello, diffondendo ombre rassicuranti e creando spazi suggestivi.

Le infiorescenze

Le sue foglie, sottili aghi color verde grigiastro, germogliano in aprile e raggiungono la massima estensione di 10-12 cm verso la fine dell’estate, ovvero nel periodo in cui tendono a cadere.
Questo tipo di pino si riproduce grazie alle sue particolari infiorescenze: quelle maschili, dalla forma di piccole squame, che diffondono il polline nell’ambiente in virtù dell’azione del vento, e quelle femminili, aventi forma di pigne verdi, che producono i semi detti anche pinoli.


Il terreno e il clima

Il pino domestico è una specie rustica che può prosperare in diversi tipi di terreno, purché non eccessivamente compatti, paludosi e calcarei, prediligendo soprattutto composizioni sciolte e sabbiose. Peraltro, questa pianta dipende fortemente dalla luce solare e non tollera le zone d’ombra e le basse temperature, specialmente se associate all’umidità.
Per di più, il Pinus Pinea è molto resistente alle condizioni aride durante l’estate, con temperature superiori a 30°C e precipitazioni minime. Nondimeno, mal sopporta periodi troppo prolungati di siccità estrema e, altresì, risente negativamente dell’inquinamento atmosferico: in particolare, quello portato da venti salmastri provenienti da regioni costiere inquinate.

Piantine da seme

Data la fragilità dell’apparato radicale delle giovani piante, si consiglia di coltivarle in vaso per alcuni anni prima del trapianto, per quanto la gestione di tali piantine possa risultare non troppo facile a causa della loro suscettibilità agli attacchi di parassiti o malattie.
In alternativa, si può optare per il sistema di propagazione per talea, durante la stagione primaverile o a fine estate.

Curiosità e impieghi del pino domestico

Il Pinus Pinea racconta un’affascinante storia mediterranea che ci riporta a un passato glorioso, legato a terre e mari, frequentemente menzionato nella letteratura, nelle belle arti e nei miti dell’antichità.
Dal suo tronco si ricavano due specie di legno pregiato, ovvero l’alburno bianco rosato e il durame bruno: entrambi altamente resistenti all’umidità, in quanto teneri e ricchi di resina.
Proprio per queste proprietà, vengono spesso impiegati nelle costruzioni navali, nella realizzazione dei puntoni da miniera e delle traverse ferroviarie. I pinoli, invece, sono largamente utilizzati dall’industria dolciaria e per l’estrazione dell’olio, mentre le pigne vuote e i gusci rappresentano un prezioso combustibile. Infine, ricordiamo che, in passato, la resina del pino veniva utilizzata per distillare prodotti, come la trementina, o sottoforma di pece per calatafare le imbarcazioni.

renato leproux

Ha svolto un lavoro trentennale presso il Ministero della Difesa. Fin da bambino ha vissuto nel Cilento, da grande si e' imposto di divulgare la bellezza mozzafiato di questi luoghi intrisi di leggenda ed incorniciati dalla natura ancora selvaggia ed incontaminata.

Articoli Correlati

Lascia un commento

Pulsante per tornare all'inizio

Adblock rilevato

Considerate la possibilità di sostenerci disabilitando il blocco degli annunci.