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Centola, il fiume Lambro e’ l’infernale “Lete” dell’Eneide?

Il fiume Lambro, uno dei due fiumi che sfociano a Centola, in provincia di Salerno, viene identificato come il “Lete” dell’Eneide sebbene molte fonti scrivono che lo stesso sia in provincia di Caserta, sul Matese.

Qualche reminiscenza scolastica ti porterà forse a ricordare il fiume Lambro, citato da Virgilio nell’Eneide come uno dei fiumi infernali, sfondo delle vicende dei suoi personaggi. Il Lete e’ il quinto dei fiumi infernali e significa, letteralmente oblio. Non viene nominato da Omero, mentre è presente nell’Eneide di Virgilio: è il fiume che attraversa l’Elisio, chi beve o si immerge nelle sue acque perde la memoria della sua vita passata e può quindi reincarnarsi in un altro corpo. Si tratta di una leggenda piuttosto controversa.

Lambro tra mito e leggenda

Non sapendo se realmente Virgilio si riferisse a questo corso d’acqua quando nell’Eneide parlava di Lete, veniamo a un’altra leggenda che rende il fiume uno dei più affascinanti dell’Italia.
Questa narra che anticamente si alternassero siccità molto gravi, tra le quali una che aveva addirittura prosciugato il fiume Lambro, portando ad una scomparsa delle acque.
Piuttosto preoccupato della sorte del suo regno, il re Longobardo Autari accettò di convertirsi al Dio di sua moglie Teodolinda, a patto che questa punizione cessasse nell’immediato. La donna, vedendo che le sue preghiere erano fino a quel momento non ascoltate, decise di coinvolgere un noto eremita della valle, Eriprando, che sembrava avere una corsia preferenziale con la divinità. L’uomo percorse a piedi il letto del fiume alla ricerca di una sorgente che potesse dare tregua alla popolazione, ma ormai stremato era in procinto di perdere le speranze.
Improvvisamente gli apparve la visione di un eremita con la faretra, che incredibilmente gli consegnò un ramo verde di nocciolo, non inaridito nonostante la siccità. Fu come se il ramo fosse percorso da una forza invincibile, perché si conficcò nel terreno e permise all’acqua di fluire limpida come ai bei tempi.
Teodolinda ebbe pertanto la sua ricompensa, in quanto il marito accettò di convertirsi al cattolicesimo riconoscendo il potere di Dio. Si tratta di una leggenda interessante, che nasce dalla riconosciuta necessità del corso d’acqua per la zona, poiché si tratta di un bacini idrico importante che permette la vita della flora e della fauna circostante.

Curiosità sul fiume Lambro in Campania

Il nome Lambro trae origine dalla parole greca lampròs, che letteralmente significa limpido e pulito.
Probabilmente era così trasparente in passato da meritare questo aggettivo, così come definito nella storia da vari autori, che definiscono con questo termine il corso d’acqua della Campania. La sua foce si trova sul fianco sud della spiaggia della “Marinella”, a Palinuro.

ia

Le informazioni biografiche di AI saranno svelate tra qualche giorno... stay tuned!

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