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La sirena Partenope, sorella di Leucosia – storia e curiosità

Quando si parla di Napoli, non si può non pensare ai miti e alle leggende legate alla fondazione di questa bellissima città: fra queste, una delle più affascinanti è quella connessa alla figura della sirena Partenope, tanto importante da aver lasciato il proprio nome agli abitanti del capoluogo campano, ancora oggi detti “Partenopei”.
Il mito della sirena Partenope ha origini antichissime ed è legato all’incontro fra Ulisse e le sirene, raccontato da Omero nel XII canto dell’Odissea: secondo la leggenda, l’eroe greco, desideroso di vedere queste bellissime creature, ma avvertito dalla Maga Circe del pericolo a cui andavano incontro i marinai che le incontravano, per evitare di morire le avvicinò solo dopo aver fatto turare le orecchie del suo equipaggio con tappi di cera e dopo essersi legato all’albero maestro della sua imbarcazione, in modo da ascoltare – per poi sfuggirne indenne – il loro meraviglioso canto ammaliatore. Le sirene, deluse da questo geniale stratagemma, vedendo Ulisse e i compagni sfuggire alla loro trappola, si suicidarono per il dispiacere e vennero inghiottite dalle correnti. Il corpo di una di loro, la sirena Partenope, fu portato dalle onde nel Golfo di Napoli, fermandosi sull’isolotto di Megaride, dove oggi sorge Castel dell’Ovo. Una volta adagiatosi sugli scogli, il corpo della sirena si fuse con il profilo del Golfo di Napoli: il capo si posò a oriente, disegnando l’altura di Capodimonte, mentre la coda, a occidente, diede vita al promontorio di Posillipo.

Da quel momento, la sirena divenne la figura protettrice della città di Neapolis, questa antica colonia greca fondata nel IV secolo a.C, e il golfo, insieme alle sue isole, divennero la leggendaria terra di queste affascinanti creature marine. Anche l’isola di Capri ha un collegamento con loro: il suo profilo, infatti, ricorda un corpo femminile adagiato, con il capo corrispondente al monte Tiberio e i fianchi che ricreano il monte Solaro.
In epoche più recenti, si sono diffuse molte altre leggende che legano Napoli alla figura delle sirene. Ancora oggi, a riprova delle origini mitologiche della città, si possono cogliere alcuni richiami a queste curiose creature in alcuni importanti monumenti: fra questi, la fontana di Piazza San Nazzaro, decorata con una bellissima figura di sirena, la cosidetta “Triade di Partenope”, il gruppo scultoreo riprodotto sulla facciata del teatro San Carlo e la fontana della Spinacorona, abbellita da una sirena dai cui seni sgorga l’acqua capace di spegnere le fiamme del Vesuvio, caratteristica che sottolinea ancora una volta il suo ruolo di protettrice della città.
Infine, una curiosità che lega la figura della sirena Partenope a una consuetudine diffusa in tutta Italia: quella del Pesce d’aprile. Una tradizione marinaresca racconta infatti il divieto di uscire in mare il primo giorno di questo mese, per non finire trasformati in pesci dalla sirena Partenope. Da qui, deriverebbe la tradizione del Pesce d’Aprile, celebrato a Napoli con dolci al cioccolato, nati per compensare i pescatori del mancato guadagno del giorno.

redazione

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