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San Pasquale Baylon, tra Case del Conte, Stio e Santa Marina

di Pasquale Martucci – San Pasquale Baylon è il patrono delle opere eucaristiche, anche se e a livello popolare è considerato protettore anche dei cuochi e dei pasticcieri, oltre che delle donne. È il Santo patrono di alcuni paesi cilentani, tra cui Case del Conte, Stio, Santa Marina. A Case del Conte, il 17 maggio si celebra la Santa Messa nella chiesa parrocchiale, costruita tra il 1911 e il 1922, che conserva opere d’arte e statue di santi, ed in particolare la statua di San Pasquale posta in una nicchia con un crocifisso ligneo. La chiesa presenta anche tre campane restaurate e una di queste è proprio in onore del patrono. Per l’occasione si organizza anche una piccola fiera con prodotti di vario genere, mentre la sera si concludono i festeggiamenti con uno spettacolo di fuochi pirotecnici.

A Stio, la festa del santo patrono è stata istituita nell’anno 1730 ad opera dell’arciprete Nicola De Matthaeis, colpito dalle prediche di un devoto francescano del vicino convento di Gioi. Fu lo stesso arciprete a commissionare una statua lignea all’artista Domenico Di Venuta. La statua di San Pasquale giunse ad Agropoli via mare: 12 ragazzi della famiglia Longarzo e un chierico che li precedeva a piedi la trasportarono a Stio, intonando una giaculatoria tramandata dalla tradizione orale. Durante la festa del 17 maggio vengono portati in processione ceste di vimini e ceri, e tutti i neonati sono vestiti per l’occasione con abiti francescani. Fino al 1930 c’era l’usanza di offrire al parroco una quantità di grano pari al peso del bambino più piccolo.

A Santa Marina il santo è un modello di adorazione perché patrono dei processi eucaristici.  La sua appassionata devozione per l’Eucaristia ha ispirato nei secoli gli artisti che l’hanno raffigurato: infatti nelle opere d’arte, come nelle immaginette devozionali, compare sempre San Pasquale nell’atto di adorare il Santissimo Sacramento nell’ostensorio. E la comunità di Santa Marina, si raccoglie proprio intorno a questo particolare momento devozionale. Fu papa Leone XIII che il 28 novembre 1897 lo proclamò patrono delle opere eucaristiche e dei congressi eucaristici.

Pasquale Baylon nasce a Torrehermosa (Spagna), nel 1540. Non va a scuola ed aiuta i suoi genitori, poveri pastori e contadini. Al pascolo da solo ascolta i silenzi e i rumori della natura: è intelligente e impara a leggere utilizzando un libretto di preghiere che lo indirizza verso gli insegnamenti religiosi. Il bambino è buono: regala il suo cibo ai poveri ed è ammirato per la sua onestà. Pratica lunghi digiuni e la flagellazione per la mortificazione corporale. Volendo diventare frate, chiede di essere ammesso, senza successo, nel Convento francescano alcantarino di Santa Maria di Loreto dei Frati Minori, riformati da San Pietro Alcantara. Pasquale, allora, pascola le pecore accanto al convento e partecipa a distanza alle funzioni religiose. Una leggenda narra che Dio gli fa apparire due angeli con una grande ostia in mano. La gente lo considera santo e solo dopo tanto pregare i frati lo accolgono nel convento. Per la sua fede nell’ostia consacrata, Pasquale viene consultato da grandi uomini di Chiesa e gli viene offerto il sacerdozio che, però, rifiuta non ritenendosi degno. Preferisce rimanere frate laico e svolgere i lavori più umili, come zappare l’orto sotto il sole cocente o chiedere l’elemosina. Si priva di una parte del suo cibo (pane e legumi) e la regala ai poveri; risparmia le gocce d’olio per i bisognosi; cammina scalzo e dorme solo tre ore per notte per dedicarsi alla preghiera. Si narra che abbia compiuto una serie di guarigioni miracolose. Muore nel 1592 a Vila-real (Spagna). È proclamato beato il 29 ottobre 1618 da papa Paolo V e canonizzato nel 1690 da papa Alessandro VIII.

Nell’iconografia ritroviamo spesso San Pasquale rappresentato, insieme a San Pietro d’Alcantara, in ginocchio ai piedi della Madonna del Pozzo. Gli Alcantarini furono chiamati anche i monaci di San Pasquale e tutti i luoghi di culto da loro realizzati o in cui si fermavano erano denominati, al di là della loro ufficiale intitolazione, conventi di San Pasquale. Questo fatto potrebbe spiegare perché a partire dalla metà del Settecento i frati alcantarini, presenti nel sud Italia, si impegnarono nella diffusione del suo culto.

Per entrare nella tradizione popolare, pare che la ricetta dello zabaione (San-Bajon) sia stata da lui svelata ad una donna, raccolta in preghiera, per far riaccedere il desiderio del marito. Rispondendo alle sue richieste, il santo in sonno le avrebbe dato una ricetta per preparare un liquore da far bere al coniuge. Ecco la leggenda del santo protettore delle donne, invocato da quelle rimaste senza marito, ma anche dalle mogli che si rivolgevano a lui per chiedergli di suscitare maggiori attenzioni da parte dei propri uomini, che non particavano i doveri coniugali. Da qui, la vecchia filastrocca popolare: “San Pasquale Baylonne, protettore delle donne, fateme trovà un marito, bianco, rosso e colorito, come voi, tale e quale, o glorioso San Pasquale!”.

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RICOCREA DI PASQUALE MARTUCCI (VISITA IL SITO)

La ricerca sociale si occupa delle relazioni dell’individuo nella società, osservate attraverso studi, analisi e confronti sulla vita quotidiana e il senso del presente, le comunità, la cultura popolare e le tradizioni, la conoscenza della dimensione storica.

La costruzione è sempre sociale e trae la sua forza dall’interazione tra individuo e società. La società è il prodotto dell’attività umana e l’uomo costruisce la propria identità all’interno della propria comunità di appartenenza. (Berger e Luckmann)

Esiste uno stretto legame tra l’atto creativo e la capacità di dar vita a una sorpresa produttiva (scoperta di qualcosa di nuovo). (Bruner)

Martucci Pasquale

Dott. Pasquale Martucci (sociologo) È un sociologo, iscritto ANS (Associazione Nazionale Sociologi) e ricercatore (perfezionamento in metodologia della ricerca qualitativa). Da alcuni anni gestisce il sito: http://www.ricocrea.it. Tra le sue pubblicazioni: Identità cilentana e cultura popolare; “Il sacro e il profano; Società, comunità, nuove generazioni; Re frasche re Santu Liu; Le comunità cilentane del novecento; Cilentanità; Del Cilento e del suo Genius Loci.

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