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San Severino di Centola e la famiglia Sanseverino

San Severino di Centola, noto anche storicamente come San Severino di Camerota, è un villaggio medievale abbandonato situato nella regione italiana della Campania, all’interno del Parco Nazionale del Cilento. Il villaggio, fondato tra il X e l’XI secolo, si trova su una collina ed era originariamente un importante centro strategico per il controllo della valle sottostante.

sanseverino
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La famiglia Sanseverino

La famiglia Sanseverino ha avuto un’influenza notevole nel Mezzogiorno d’Italia, in particolare nei territori che oggi fanno parte delle regioni della Campania, Basilicata, Calabria e Puglia. Originariamente i Sanseverino emersero come una delle famiglie nobili più potenti nel Regno di Napoli, arrivando a possedere oltre 300 feudi, compresi contee, marchesati, ducati e principati​.Il loro legame con San Severino di Centola risale al periodo alto medievale quando il borgo fu uno dei tanti feudi sotto il loro controllo.

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Sepolcro di Tommaso II Sanseverino – Certosa di Padula.

La casata dei Sanseverino trae le sue origini dal cavaliere normanno Turgisio, un discendente della famiglia ducale di Normandia, il quale ricevette in dono da Roberto il Guiscardo la contea di Rota, oggi nota come Mercato San Severino. Questa località aveva un’importante posizione strategica, essendo un punto di connessione tra il Principato di Salerno e i Ducati di Napoli e Benevento. Turgisio scelse di stabilirsi nel castello di Sanseverino, situato nei suoi nuovi territori, e adottò il nome di questa località come cognome della famiglia. Nonostante le sfide, inclusi attacchi da parte degli Svevi e dei Durazzo che quasi ne causarono la distruzione, i Sanseverino dimostrarono resilienza, mantenendo la loro lealtà al papa e al partito guelfo, e riuscendo a ritrovare il loro precedente splendore.

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la genesi dei sanseverino

Nel XV secolo, la famiglia si divise nei due principali rami di Salerno e di Bisignano, oltre a numerosi altri rami minori, tra cui i conti di Lauria, i duchi di Scalea, i duchi di San Donato, i conti di Tricarico, i conti di Caiazzo, i conti di Colorno, i baroni di Calvera e i baroni di Marcellinara. Dalla famiglia Sanseverino discesero anche le famiglie Sangineto, originariamente stanziata a Napoli e in Calabria, e Lauro, presente ad Amantea, Tropea, Cosenza e Napoli. Questi rami familiari presero il nome dai rispettivi feudi di Sangineto e Lauro.

I Sanseverino ebbero, nel Regno di Napoli, un trattamento semi-sovrano. Ne è dimostrazione il privilegio, concesso ai Sanseverino e confermato alla casata anche da Carlo V nel 1520, secondo il quale in mancanza dell’erede maschio i feudi non si dovevano mai disperdere per successione femminile, dovendo essi passare al parente maschio più vicino:

«in quantumcunque remotus etiam decimo et ulteriori gradu ex quacumque linea trasversali, adscendenti seu descendenti […] Et inter ipsos de cognomine de Sancto Severino progenitura et gradus servatur»

wikipedia

Infatti, nel 1606, con la morte del principe di Bisignano, Nicolò Bernardino Sanseverino, che non aveva eredi diretti poiché l’unico figlio era premorto al padre, il feudo passò alla nipote Giulia dopo una lunga disputa legale presso il tribunale Regio di Napoli. Alla scomparsa di Giulia, il privilegio venne ripristinato e Luigi Sanseverino, conte di Saponara e cugino di sesto grado, fu riconosciuto come erede. La situazione fu diversa per la contea di Tricarico, la quale fu messa all’asta per volontà sovrana, privando così la famiglia Sanseverino della principale fonte di reddito.

san severino di centola
san severino di centola

L’abitato di San Severino

Fondato tra il X e l’XI secolo, conserva le tracce di diverse epoche storiche, incluso il Novecento, con rovine di un castello e di una chiesa. Secondo l’umanista Pietro Summonte, il nome del villaggio deriverebbe dalla famiglia Sanseverino, una delle più potenti e ricche nel Principato di Salerno durante l’epoca normanna e successivamente nel Regno di Napoli sotto gli Angioini e gli Aragonesi. Tuttavia, Giuseppe Antonini e altri studiosi sostengono il contrario, affermando che fu la famiglia a prendere il nome dal borgo.

sanseverino
sanseverino

Le origini dell’insediamento risalgono al VII secolo, quando mercenari bulgari guidati dal principe Aztek si stabilirono nella zona, come documentato da Paolo Diacono nella “Historia Langobardorum”. Questi mercenari controllavano la gola del Mingardo e la principale via di comunicazione verso il golfo di Policastro, essenziale per il collegamento con il porto di Palinuro. Il borgo ebbe una grande importanza strategica per i Longobardi, come dimostra la contesa nel 1075 tra il conte Guido di Policastro e Guimondo dei Mulsi. Dopo un’aspra lotta, che vide l’assassinio di Guido, il borgo fu infine assegnato a Landolfo, fratello di Guido.

mingardopuzzle
il mingardo

Con l’arrivo dei Normanni e successivamente degli Svevi, il borgo fu ulteriormente fortificato, soprattutto da Federico II. Durante la guerra del Vespro, San Severino subì gravi danni a causa delle scorrerie degli Almogaveri, tanto che Carlo II d’Angiò esentò il paese dal pagamento delle tasse nel 1291.

Sotto il dominio aragonese, a partire dal 1444, il borgo perse la sua importanza strategica e cadde in declino. Nel 1552, a seguito di contrasti con Carlo V, i Sanseverino furono esiliati dal Regno di Napoli e il loro feudo fu venduto. Nel corso dei secoli, il borgo subì vari cambi di proprietà fino all’abolizione della feudalità nel 1806.

166 SANSEVERINO
166 SANSEVERINO

Il borgo ha subito un progressivo abbandono, soprattutto dopo la costruzione della linea ferroviaria Pisciotta – Castrocucco nel 1888, che incentivò il trasferimento della popolazione a valle. Tuttavia, fino al 1977, la chiesa del borgo rimase il punto di riferimento per la popolazione della valle e alcune case erano ancora abitate.

Due rami della famiglia Sanseverino: i Baroni del Cilento ed i Principi di Salerno

Il capostipite dei Baroni del Cilento, Turgisio, morì nel 1081 e fu seguito da Ruggero, che dopo essere rimasto vedovo si ritirò come monaco benedettino alla Badia di Cava, facendo importanti donazioni. Ruggero ebbe due figli: Roberto, signore di Lauro, ed Enrico, signore di Sanseverino e del Cilento.

Tra i discendenti di Roberto spicca Ruggero Sanseverino, conte di Tricarico, che nel 1188 contribuì alla terza crociata con un notevole numero di uomini e cavalieri. Anche Riccardo Sanseverino (1220-1267), conte di Caserta e vicario imperiale di Federico II, è una figura di rilievo.

I discendenti di Enrico includono:

  • Guglielmo Sanseverino (1144-1190), che sposò Isabella Guarna, figlia di Silvestro Guarna, importante ministro del re Guglielmo I di Sicilia.
  • Tommaso Sanseverino (1180 circa-1246), conte di Marsico dal 1241, partecipò alla congiura contro Federico II e fu catturato e giustiziato.
  • Ruggero Sanseverino (1237 circa-1285), che partecipò alla battaglia di Benevento del 1266, che portò al potere gli Angioini, e fu Capitano Generale di Carlo I d’Angiò.
  • Tommaso II Sanseverino (1255 circa-1324), conte di Tricarico, che ampliò notevolmente i domini della famiglia, diventando signore di numerosi territori, e fondò la certosa di Padula nel 1306.

Nel corso del XIV e XV secolo, la famiglia si divise in vari rami, tra cui quello di Mileto e quello di Colorno, mantenendo un ruolo influente nel panorama politico e militare del Regno di Napoli.

Roberto Sanseverino dAragona condottiere
Roberto Sanseverino dAragona condottiere

I principi di Salerno

Roberto Sanseverino, nato intorno al 1430 e deceduto nel 1474, ottenne il titolo di principe di Salerno nel 1463. Sposò Raimondella del Balzo Orsini e comandò la flotta aragonese nella battaglia di Ischia nel 1465, evento raffigurato nella famosa “tavola Strozzi”, la prima rappresentazione aerea della città di Napoli. Le galee mostravano i colori della famiglia Sanseverino sulla prua e le armi aragonesi sulla poppa. Roberto commissionò anche la costruzione del palazzo con bugnato a punta di diamante a Napoli nel 1470, ora conosciuto come la chiesa del Gesù Nuovo.

Antonello Sanseverino, nato nel 1458 e morto nel 1499, servì come grande ammiraglio del Regno di Napoli a partire dal 1477 e fu una figura chiave nella Congiura dei baroni del 1485. Sposò Costanza di Montefeltro, figlia del duca Federico di Urbino.

Roberto II Sanseverino, vissuto tra il 1485 e il 1509, sposò Maria d’Aragona, figlia di Alfonso, fratello di Ferdinando il Cattolico.

Ferdinando, o Ferrante Sanseverino, nato nel 1507 e deceduto nel 1572, fu l’ultimo del ramo dei principi di Salerno. Si oppose all’introduzione dell’Inquisizione spagnola e entrò in conflitto con Carlo V, che nel 1553 pose fine al principato di Salerno. Morì in esilio in Francia e, a seguito di questi eventi, i beni della famiglia Sanseverino di Salerno furono confiscati e venduti, segnando un lungo periodo di decadenza per la città.

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