Una Chiesa Aperta al Futuro: L’Esempio di Don Giovanni Cairone
di Giorgio Mellucci
Da circa un anno, Don Giovanni Cairone è il nuovo punto di riferimento spirituale per le frazioni di Ortodonico, Zoppi, Fornelli e Cosentini, nel comune di Montecorice, oltre che per le comunità di Serramezzana e Capograssi. La sua figura ha portato con sé una ventata di entusiasmo e rinnovamento: giovane, dinamico, sempre disponibile all’ascolto, Don Giovanni è riuscito in poco tempo a guadagnarsi la stima e l’affetto di tutti, diventando una presenza viva e familiare nelle parrocchie che guida.
Tra le iniziative più significative avviate in questi mesi, spicca senz’altro l’apertura quotidiana della chiesa dell’Assunta, nel cuore della Cosentini “bassa”, in piazzetta Angelo Rossi. Un gesto simbolico ma fortemente concreto, che ha restituito centralità e vitalità a un luogo sacro le cui origini risalgono al XIV secolo, quando probabilmente era una cappella intitolata a Santa Maria del Valloncello. Oggi, la chiesa è nuovamente accessibile a chiunque desideri fermarsi per un momento di raccoglimento, di preghiera o semplice contemplazione.
Un momento particolarmente significativo si è tenuto lo scorso 22 giugno 2025, in occasione della solennità del Corpus Domini. A Cosentini si è svolta una celebrazione intensa e partecipata, alla quale ho avuto il privilegio di assistere insieme alla Confraternita del Santissimo Rosario. Un evento che ha unito le confraternite delle comunità vicine di Fornelli, Zoppi e Ortodonico, in un clima di profonda devozione e comunione. Per me, Cosentini non è solo un luogo geografico: è una parte essenziale della mia identità. Qui ho trascorso momenti indimenticabili della mia infanzia, qui vivono i miei affetti, e da qui proviene mio nonno Vittorio. Cosentini è la mia seconda casa, al pari di Napoli.
È proprio in occasioni come questa che si coglie il valore della missione pastorale di Don Giovanni. Ciò che colpisce di più è la sua capacità di coinvolgere i giovani: numerosi ragazzi hanno partecipato attivamente alla liturgia, come chierichetti o nei canti, testimoniando un rinnovato desiderio di appartenenza e di servizio. In tempi in cui il rapporto tra le nuove generazioni e la fede appare spesso fragile, Don Giovanni rappresenta un punto di riferimento capace di parlare il loro linguaggio, con semplicità e autenticità.
Il suo stile pastorale, fatto di presenza, ascolto e apertura, sta seminando entusiasmo e speranza in territori che, come tanti altri in Italia, cercano nuove energie per riscoprire il senso profondo della comunità. La sua opera è un invito a riscoprire la bellezza della fede vissuta ogni giorno, come collante tra le persone e come stimolo per guardare con fiducia al futuro.Nota personale
Scrivere queste righe non è stato solo raccontare un evento o descrivere una figura pastorale. È stato un viaggio dentro di me, nei luoghi del cuore, tra i volti e i ricordi che porto sempre con me. Vedere Cosentini viva, unita, animata dalla fede e dalla gioia dei giovani, mi ha profondamente commosso. Ringrazio Don Giovanni per ciò che sta costruendo, con passione e umiltà. E ringrazio questa terra, che ogni volta riesce a sorprendermi e ad accogliermi come fosse la prima volta.
