
Si è svolta con successo la terza giornata del format “Salviamo il dialetto cilentano” a S.
Barbara di Ceraso, presso l’Euro bar di via Del Cenobio. L’incontro è stato presentato da
Angelo Cortazzo, presidente dell’associazione giovanile “Kairòs” e moderato dalla scrittrice
Antonella Casaburi. Dopo i saluti istituzionali del vicesindaco di Ceraso, Antonio Cerullo,
Luigi Leuzzi, psichiatra e antropologo, ha parlato del suo ultimo lavoro, il volume “Il Cilento
che resta”. L’autore si è soffermato sul concetto di identità come movimento antropologico
fluido e sulla necessità che i giovani trovino appigli significativi alla “restanza”, secondo i
dettami di Vito Teti.
Aniello Amato, linguista, ha parlato dei dialettismi nella lingua italiana contemporanea. Ha
parlato, inoltre, di alcuni atti notarili del Cinquecento, recuperati durante le ricerche
d’archivio per il saggio “Storia della fiera di Cannalonga (SA)”, avanti come protagonisti degli
abitanti di Ceraso e di S. Barbara. In uno di questi atti è presenti il nome collettivo “frecanìa”
con il valore di “insieme di oggetti poveri”, alla base etimologica di Frecagnòla, il nome della
fiera per antonomasia di tutto il Cilento. Il giovane ricercatore ha annunciato che, vista
l’ampia partecipazione al format, a partire dal prossimo autunno, ci sarà una nuova modalità
più inclusiva verso discipline umanistiche trasversali alla linguistica.
Remigio Cammarano, architetto, ha parlato di alcuni toponimi di S. Barbara, soprattutto quelli
formati da nomi dialettali, come “tempa”, ovvero ‘cima di una collina’, “Monte tavoro”, cioè
‘sacro’ e altri.
Nella seconda parte del format, dopo la spiegazione dei quadri di Assunta Giordano, è
avvenuta un’ampia recitazione teatrale a cura di Anna Fatigati, che ha messo in scena degli
sketch tratti da due commedie di Lucia Paolino, presidente della Pro Loco di Ceraso: “Ve pare
niente a bbui” e “Manco na scoppettata”. Gli attori coinvolti sono stati Aniello Amato, Elia
Nese, Pasquale Alario e Giovanni Guida.
A seguire, Diana Nese ha eseguito un meraviglioso Reading teatrale dalle opere di Simona
Ferolla: “La straniera” e “La pensione”. Gli attori coinvolti sono stati Antonino Nese, Pierpaolo
De Luca e Gloriana Pinto.
Infine, è avvenuto un buffet di piatti poveri della tradizione contadina.
La platea gremita, composta da studiosi, cultori del Cilento e spettatori locali, ha sancito
ancora una volta il successo del format legato alla salvaguardia delle lingue locali.
