Il solstizio d’estate si verifica ogni anno tra il 20 e il 22 giugno, quando il sole raggiunge la sua posizione più alta e più settentrionale nel cielo. Questo avviene perché in quel momento il polo nord della Terra è rivolto verso il sole. Questo evento è conosciuto come solstizio d’estate, mentre il solstizio d’inverno si verifica quando il polo nord della Terra è rivolto nella direzione opposta rispetto al sole. Il solstizio d’estate avviene contemporaneamente in tutto il mondo. Nel 2023, in Europa centrale, sarà lunedì 21 giugno alle ore 16. Il solstizio d’estate, da sempre, è considerato un momento di transizione e cambiamento in tutto il mondo. La natura si prepara per un nuovo inizio e questo evento viene festeggiato con riti tradizionali e celebrazioni ad ogni latitudine. Queste antiche usanze sono state tramandate nel tempo e continuano a essere praticate ancora oggi. Il simbolismo del solstizio d’estate è legato alla speranza di un futuro migliore, alla rinascita del ciclo della vita, alla fertilità della terra e all’abbondanza che essa offre. Questo evento rappresenta l’equilibrio tra luce e oscurità, un momento in cui la natura raggiunge l’apice della sua forza vitale. In tutto il mondo le celebrazioni del solstizio d’estate sono legate alla spiritualità e alla venerazione degli dei pagani dell’antichità. Ancora oggi, molte di queste tradizioni sono mantenute vive dalle comunità locali che celebrano questo evento con canti, balli e rituali simbolici.
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“Il solstizio d’inverno rappresentava occasione di festività di vario genere: il Sol Invictus, Saturnalia (dal 17 al 23) e Angeronalia nell’antica Roma; il Natale per il cristianesimo; Yule nel neopaganesimo e per gli Eteni con il nome norreno di Jól. In Gran Bretagna, a Stonehenge, sopravvivono imponenti ruderi: due cerchi concentrici di monoliti che raggiungono le 50 tonnellate. L’asse del monumento è orientato astronomicamente, con un viale di accesso al cui centro si erge un macigno detto “pietra del calcagno” (Heel Stone, detta anche Friar’s Heel, cioè “Tallone del frate”). Al solstizio d’estate il Sole si leva al di sopra della Heel Stone. Stonehenge, insomma, sarebbe non solo un tempio, ma anche un calendario.
A Nabta Playa vi è un circolo calendariale, dove due monoliti hanno allineamento Nord-Est in direzione del sorgere del sole il 21 giugno e risulta essere più antico di Stonehenge di almeno mille anni. Tracce di culti solari s’incontrano in tutto il mondo, dalla Polinesia all’Africa alle Americhe e giungono fino ai nostri giorni: per gli eschimesi il sole è la vita mentre la luna la morte, in Indonesia il sole s’identifica con un uccello e con il potere del volo, tra le popolazioni africane primitive la pioggia è il seme fecondatore del dio Amma, il sole, creatore della terra.
Per gli Inca, la cui massima fioritura si ha intorno al XV secolo, la divinità Inti è il sole, sovrano della terra, figlio di Viracocha, il creatore, e padre della sua personificazione umana, l’imperatore. Attorno a Cusco, capitale dell’impero, sorgono i Mojones, torri usate come “mire” per stabilire i giorni degli equinozi e dei solstizi. A Machu Picchu, luogo sacro degli Inca, si può ancora vedere il Torreon, una pietra semicircolare incisa per osservazioni astronomiche, e l'”Intihuatana”, un orologio solare ricavato nella roccia. Per i Maya il sole è il supremo regolatore delle attività umane, sulla base di un calendario nel quale confluiscono credenze religiose e osservazioni astronomiche per quell’epoca notevolmente precise.”
