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La macchia mediterranea: il mirto

Il mirto, pianta regina della macchia mediterranea

Tra le piante spontanee della macchia mediterranea, il mirto si distingue per la sua lunga storia e il profondo legame con la vita e la cultura delle popolazioni costiere italiane, facile da incontrare ance nel Cilento.

Il Myrtus communis ha foglie verde brillanti, fiori bianchi profumati e bacche nere dalle proprietà aromatiche uniche. Originaria del Mediterraneo, questa pianta sempreverde è conosciuta per il suo profumo inconfondibile e per le sue proprietà benefiche per la salute.

In particolare nella Sardegna, il Myrtus communis è diventato un simbolo della cultura sarda e un ingrediente essenziale della cucina locale.



La riproduzione del mirto

Il mirto può riprodursi per talea o seme. La riproduzione per talea, utile per moltiplicare varietà pregiate, richiede tecniche per aumentare la percentuale di radicazione come il riscaldamento delle talee e l’uso di fitoregolatori. La semina, semplice e a basso costo, è consigliata per chi vuole coltivare il mirto in ambito domestico. Bisogna considerare che le piante ottenute da seme sono però meno vigorose.

Abitualmente il mirto è una pianta facile da coltivare, adatta sia per la coltivazione in vaso che in piena terra, ma preferisce i terreni neutri o acidi e non tollera il gelo intenso. Si tratta di una pianta di grande valore ornamentale, ideale per la realizzazione di siepi aromatiche sempreverdi.

Le varietà, la coltivazione e la potatura del mirto

Il Myrtus communis raggiunge dimensioni diverse a seconda dell’ambiente e della varietà. Arbusti alti fino a 3 metri, ma anche altezze più basse come il ‘Microphylla’. Di solito presenta rami giovani rossicci che poi diventano grigi, foglie coriacee e fiori bianchi profumati seguiti da bacche nere e bluastre.

Il mirto è facile da coltivare ma richiede inverni miti. Predilige terreni neutri e acidi, non calcarei. La prima potatura va fatta a marzo per alleggerire la pianta, mentre in estate si effettua per regolarne la forma.



Impieghi del mirto in cucina e medicina

Il Myrtus communis è legato soprattutto alla produzione del famoso liquore di mirto sardo. Le sue foglie vengono usate per aromatizzare carni e formaggi, mentre i suoi oli essenziali hanno proprietà terapeutiche per l’apparato respiratorio e digestivo. E il mirto è ingrediente principale dell’Acqua degli Angeli, rimedio cosmetico per pelli sensibili.

Esso ha proprietà balsamiche, antinfiammatorie e astringenti, ed è utilizzato nella preparazione di decotti contro la bronchite e tisane depurative.

Il mirto è anche molto usato in cucina, soprattutto in Sardegna, dove viene utilizzato per aromatizzare le carni e per la preparazione del famoso liquore di mirto. La pianta di mirto è anche ricca di oli essenziali benefici per la salute, utilizzati in campo erboristico, farmaceutico e aroma terapeutico.

Curiosità sul mirto

Nell’antichità il mirto aveva un ruolo nella mitologia greca e romana.

Per esempio, nell’antichità classica il mirto aveva un ruolo fondamentale in ambito mitologico ed era indissolubilmente legato al culto di Afrodite. Da allora, il mirto è diventato simbolo di amore, fertilità e bellezza.

Oggi il mirto è ancora molto apprezzato per le sue qualità culinarie e benefiche, e rappresenta una pianta simbolo della cultura mediterranea.

Inoltre, nell’Orto Botanico di Pisa è possibile ammirare un imponente esemplare di mirto piantato nel 1815. Questo esemplare secolare è forse all’origine del termine “mortadella”. I fiori sono bianchi e abbondanti, le bacche nere o blu.

Proprio in suo onore è stata ribattezzata un’intera area dell’orto botanico nota appunto come “Orto del Mirto”, che ospita numerose piante officinali utilizzate a scopo terapeutico.

redazione

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