Non si sfugge alla sensazione che questo rilancio dell’autonomia differenziata in modo così affrettato e ideologizzato risponda a esigenze politiche di partito, e a scadenze elettorali a breve. La bozza di riforma circolata in queste ore è tale da rafforzare tutte le preoccupazioni già avanzate, rispetto a una riforma istituzionale tanto inefficace quanto foriera di pericoli gravi per l’unità del Paese. È un vero peccato. L’esigenza di modernizzare l’Italia e il suo sistema economico, amministrativo e istituzionale è una necessità urgente. Per questo, sarebbe necessaria la massima unità e condivisione come precondizione per produrre risultati concreti, senza spaccare l’Italia.
Nel merito, le ragioni che rendono inaccettabile l’ipotesi di autonomia che è stata messa in campo sono:
• Chi definisce i Lep? Occorre un organismo tecnico non politico;
• È insostenibile una riforma a costo zero. Come si recuperano i divari regionali nella spesa pubblica?
• È inaccettabile l’ipotesi di residuo fiscale trattenuto dalle regioni a maggiore capacità fiscale;
• Sono inaccettabili contratti integrativi regionali per la Sanità. Questo renderebbe impossibili servizi uniformi per i cittadini, e spaccherebbe il sistema sanitario nazionale;
• Inaccettabile il ridimensionamento scolastico a danno essenzialmente del Sud.
Vedremo quali decisioni assumerà il Consiglio dei Ministri. I segnali che arrivano non sono rassicuranti. Valuteremo nel merito. Non consentiremo lo smantellamento della sanità pubblica e della scuola pubblica statale. Non consentiremo, in nessuna forma, la spaccatura dell’Italia.